mercoledì 27 aprile 2011

SEO e Branding

Garantire la visibilità e l'efficacia del marchio in rete. L'azienda ha bisogno di credibilità. Deve stimolare la rete a far parlare di sé. Blog, FaceBook, Twitter, Feed, YouTube... l'allestimento di tutta l'impalcatura social - o web 2.0 - aiuta il naturale incremento di quella che viene comunemente chiamata link popularity. In pratica diventa fondamentale, far sì che molti siano i siti nella rete che parlano del nostro (o per mano del nostro). 
Sviluppare in pratica una ragnatela dedicata ed esclusiva, dove si parla, si comunica e si condivide.

È fondamentale un'analisi nella redazione dei contenuti e l'imporsi - rispettandola -  un'agenda elementare su come e quando effettuare post. 
In questo ambito diventano fondamentali altri interventi legati alle campagne SEM. Ad esempio estendere il proprio annuncio sulla rete display di Google AdWords e agire su questa con una campagna di REMARKETING, è una scelta naturalmente vincente.
 Si consente in pratica al proprio sito web di parlare in modo personalizzato ai propri utenti. Un messaggio a chi ci visita per la prima volta ed uno dedicato a coloro che tornano, magari senza aver comprato, cioè, tecnicamente senza aver CONVERTITO.

domenica 17 aprile 2011

Blog SEO - parte 2

Proseguiamo con l'analisi sul posizionamento nei motori di ricerca, sperando di offrire buoni spunti di partenza. Oggi vorrei parlare delle chiavi di ricerca o keywords, soffermandomi velocemente su quale dovrebbe essere il percorso che porta ad ottimizzarle.

Vediamo: analisi delle chiavi attuali. Verifica delle chiavi alternative ed inserimento delle chiavi inverse. In sostanza non solo si lavora su cosa serve, ma anche su cosa non serve. Annullare infatti la visualizzazione del proprio annuncio quando si parla di altro, o meglio si cerca altro, garantisce in percentuale un numero di click validi superiore. 
In pratica, per fare un esempio, se vendo prodotti a base di pesca (inteso come frutto) devo far capire che i miei annunci non devono interessare a chi invece cerca "pesca" come sport o hobby.

Dobbiamo quindi capire come il sito esprime semanticamente questi concetti. Verificare quindi i testi, i codici di dialogo del sito, la mappa - e la sitemap.xml - le indicazioni che ci forniscono le statistiche. Puntare poi molto sul dialogo del sito con browser o device alternativi ad un semplice computer, veicolando quindi le informazioni. Garantire che il sito sia ugualmente visibile a prescindere da come, dove e da chi lo consulta.

Alla prossima...
Andrea Testa

domenica 10 aprile 2011

Blog SEO - parte 1

Mentre è probabile che una parte delle aziende – soprattutto medio grandi – utilizzino un proprio web master interno, o comunque abbiano un IT abilitato alla realizzazione e manutenzione di siti internet, in ambito SEO e SEM è improbabile che un'azienda, a prescindere dalla sua grandezza, utilizzi una figura professionale indicata a svolgere unicamente questo compito. E' improbabile che  un'azienda abbia un SEO interno.

Il lavoro legato al SEO, cioè al'ottimizzazione dei contenuti – e non solo – del sito web per i motori di ricerca, è un continuo uso di tempo e risorse che oltretutto limiterebbe l'apprendimento di tutti i canoni che occorrono all'estensione dedicata degli indici, per garantire un buon risultato dal SEO stesso.

Di fatto non è semplicemente conoscere una lingua. SEO è conoscerle tutte. E l'unico modo di conoscerle tutte, è tramite la maturazione di esperienze che si hanno solo quando si gestiscono tante campagne e su settori diversi.
Cioè... ciò che si può imparare ottimizzando SEO un'azienda che noleggia prefabbricati, può essere messo a disposizione e divenire un tesoro prezioso anche nella vendita di materassi.

Avere un SEO interno è quindi un rischio. Costoso oltretutto.
Il costo di un dipendente specializzato, un professionista del SEO, è inferiore o superiore a far gestire la propria campagna SEO e SEM ad un professionista o ad un'azienda in outsourcing?

Sicuramente un professionista esterno costa molto meno. Non vi sono paragoni.
Cio' che può alzare il costo della gestione in generale è il pay-per-click, l'uso cioè di budget da destinare ai click sicuri. Ma di fatto questo sarebbe comunque un costo. E come tale andrebbe ottimizzato.

Il SEO ha anche il compito di migliorare il ritorno sull'investimento della campagna (ROI), migliorare con annunci (comunicazione) la percentuale di click ottenibili ogni 100 visualizzazioni (CTR) ed alzare quindi la qualità della keyword (principale processo di keyword advertising nel SEM).
Il compito di un professionista dell'ottimizzazione e gestione di una campagna SEO e SEM, è quindi quello di ridurre i costi aumentando il fatturato.
Gestire una campagna SEM in autonomia, anziché farla gestire da un professionista comporta quindi uno svantaggio economico. Una buona campagna può infatti ridurre il costo per click nelle occorrenze sponsorizzate di Google AdWords anche di un 50/60%.

In pratica (per fare naturalmente solo un esempio) se da sola un'azienda che si autogestisce arriva a spendere 1 euro per una parola, il professionista lo porta a 0,40. Cioè mantenendo lo stesso budget si fanno 2.5 accessi contro 1. Immaginate con un budget anche di soli 100 euro.