lunedì 19 dicembre 2011

Comprendere Google AdWords

L'oggetto è specificare le operazioni da fare atte al raggiungimento degli obiettivi di accessibilità al sito.
Ricordo sempre che il cliente deve essere informato sulla tipologia di servizio.
Si paga infatti per ottenere visite in funzione di un budget scelto.
Il servizio non è quindi votato alla visibilità perpetua.
Si ottiene visibilità in funzione prima di tutto del budget e secondariamente del CTR.

Il CTR esprime il numero percentuale di clic su 100 ricerche.
Questo è un dato importante, perché più è alto il CTR più le parole ottengono qualità e costano meno.

Paradossalmente però più è alto il CTR meno visibilità si ottiene.

Facciamo un esempio concreto (ma come tale, numericamente va trattato).

Supponiamo di pubblicizzare il sito di un pasticciere e di avere un punteggio di qualità 7/10 sulla parola "torte alla panna", con un costo di 0,20 a clic ed un budget di 1 euro al giorno.
Supponiamo di avere un CTR del 3%.
Quindi. Il budget mi fa avere 5 accessi. La mia visibilità giornaliera è di 166 impressioni.

Supponiamo ora che il CTR arrivi al 50%.
Questo porta (sempre per fare un esempio) la qualità a 10/10 ed il costo per clic a 0,10.
Quindi. Il budget mi fa adesso avere 10 accessi, ma la mia visibilità giornaliera passa da 166 a 20.

Detto questo è MOLTO importante che il cliente NON si cerchi.
Le ricerche abbassano il CTR e quindi danneggiano la campagna.

Come fa quindi il cliente a capire se il servizio funziona?
Prima di tutto Google Analytics.
Installandone il codice sul sito web, il cliente avrà accesso ai dati relativi a traffico su sito e visitatori.
Analytics servirà anche per canalizzare gli accessi.

Aspetto importante dell'indicizzazione è infatti capire la qualità del traffico.
E' inutile portare traffico che poi non naviga nel sito e quindi tale analisi porterà a capire quali parole sono più utili di altre.

Faccio un nuovo esempio esplicativo.
Supponiamo di avere come parole "torte alla panna" e (ne butto una assurda) "idee per golosi".
Scopriamo che "torte alla panna" canalizza peggio.
Cioè chi entra naviga meno pagine e sta meno tempo sul sito.
Chi entra invece con l'altra chiave non solo naviga, ma porta poi più clienti in negozio.

Ovviamente il mio esempio è plateale, ma questo è un SANO obiettivo del SEM.
Capire cioè che la campagna va ANCHE dove il target la porta e non necessariamente dove la si vuole portare.

Una chiave di successo di internet è proprio l'assecondare le scelte dei propri clienti.
Ricordiamo che è (ancora) una navigazione percentualmente da poltrona (PC + tablet) e che (per ora) solo una piccola parte di traffico avviene dalle protesi mobili come gli smartphone, che ci accompagnano ovunque.
Se sulla mia poltrona sto, voglio avere il telecomando... altrimenti se mentre tirano un rigore cambi canale, la prossima partita me la guardo da solo e da casa mia.

Andrea Testa

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